sabato 10 gennaio 2015

Su Charlie Hebdo e i nuovi crociati della satira

Chi difende la libertà di culto, dovrebbe difendere anche la libertà d'opinione. E chi difende la libertà d'opinione dovrebbe difendere la liberta di culto. Mi riferisco ai nuovi paladini della satira, gli ex censori, che hanno appoggiato la causa di Charlie Hebdo, e della libertà d'opinione, soltanto in funzione anti-islamica. Spero che il tragico evento serva a riportare la libertà di satira in Italia. È stato bellissimo vedere le vignette violente di Charlie Hebdo su quotidiani italiani che criticavano artisti come Vauro, per vignette molto meno aggressive. La satira deve essere cattiva. Deve essere politicamente scorretta. Deve sconvolgere e far riflettere e, in secondo luogo, far ridere. Se fa soltanto ridere è umorismo. 
I nuovi paladini della libertà d'espressione non gradiscono le moschee. Un po' come proporre anfetamine ad un iperattivo. 
Sono quelli che si indignavano per le vignette sul cristianesimo. Sono quelli il cui motto è: "La libertà d'opinione è bella, se coincide con la mia."
E, giustamente, questi signori pensano di appartenere al culto più puro del mondo. La loro religione è quella più buona. Del resto, lo dicono tutti. Tutti gli appartenenti a quella religione.
Quindi è anche a questi nuovi "crociati" della satira (e "crociati" non è scelto per caso) che dedico la seguente vignetta.


Je suis Charlie!